lunedì 23 gennaio 2012

Legge Levi? NO, GRAZIE.

Legge Levi? NO, GRAZIE.


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Dal 1° settembre è entrata in vigore in tutta Italia la Legge Levi, dal nome del suo primo firmatario, che mette un tetto del 15% agli sconti che le librerie e i siti di vendita online potranno effettuare sui loro libri.  Tutto ciò ha fatto indignare lettori e librai sin dall’inizio principalmente per due motivi:
-         La Legge Levi non pone solo un limite agli sconti sui libri,  pone un limite alla libertà del singolo cittadino che non può  facilmente contribuire alla sua cultura personale, specialmente in tempi di crisi come questi dove il risparmio è all’ordine del giorno.
-         La Legge Levi è stata creata per aiutare le piccole librerie, settore a rischio dinanzi ai colossi del marketing letterario, i piccoli editori e gli scrittori emergenti. Ma se la gente in Italia già leggeva poco, adesso lo farà ancor meno, poiché sono molto pochi coloro che hanno le possibilità economiche di spendere 20,00€ per libro. E,  ammettiamolo, anche se venisse applicato lo sconto del 15% il prezzo scenderebbe di pochissimo e non aiuterebbe in ogni caso l’acquirente. Tutto ciò non va, alla luce dei fatti, a favore di coloro che la legge afferma di voler “tutelare”, anzi. Come può migliorare la situazione delle piccole case editrici e degli scrittori emergenti se il numero dei lettori scende vertiginosamente a causa dei prezzi proibitivi?
La legge Levi è stata fatta passare anche come un avvicinamento ai metodi internazionali per promuovere lo sviluppo della cultura. Ma da quando in qua in Italia viene promossa la cultura? E’ inutile prenderci in giro con spot che incitano a leggere quando il prezzo di un libro qui in Italia è così esorbitante, mentre in paesi come l’Inghilterra è decisamente minore (massimo 15,00€ per un libro rilegato, successo dell’anno e novità imperdibile!); senza toccare il doloroso tasto della versione “economica”, che ci viene propinata comunque ad un prezzo fin troppo alto per le nostre tasche.
La legge Levi viene definita da molti Legge Anti-Amazon, il rinomato sito su cui, sino al primo Settembre, ci era possibile acquistare libri di ogni sorta a prezzi convenienti. Sin dalla sua apertura, Amazon è infatti diventato il punto di riferimento della maggior parte dei lettori, in particolar modo quelli giovani.

La legge in questione, naturalmente, ha bloccato la continua offerta di sconti e promozioni che il sito offriva agli acquirenti, al fine di favorire le vendite delle librerie. Si presuppone che la gente smetta di comprare online a causa del limite di sconto e al completo annullamento di offerte speciali. Proprio ora che, grazie a questo sito e altri simili, sempre più giovani si avvicinavano con entusiasmo alla lettura.
 
Ed è proprio su quest’ultimo punto che si basa il progetto “Legge Levi? NO GRAZIE”, a cui questo spazio online aderirà d’ora in poi. 

Perché ci sentiamo derubati della libertà di coltivare le nostre passioni senza possibilità di appello; stanchi di vedere che la cultura venga considerata un lusso che pochi possono permettersi. Vogliamo dire no a questo regime in cui tutto ha un prezzo troppo elevato per noi poveri cittadini, in cui l’ignoranza diventa la via più facile per la felicità. Vogliamo ribellarci, seppur pacificamente. Come? Facendo in modo di non portare più neanche un singolo centesimo nelle casse delle librerie.
-      Acquistando libri esclusivamente da Amazon come indennizzo per la pessima accoglienza che ha ricevuto sin dalla sua apertura qui in Italia ;
-          Usufruendo di siti dell’usato come comprovendolibri.it ;
-          Utilizzando maggiormente lo scambio di libri su Anobii
 

Ringraziamo tutti coloro che, nel loro piccolo, aderiranno a questo progetto, siano essi blog o siti che pubblicizzeranno l’iniziativa e vi aderiranno e, specialmente, i singoli utenti che seguiranno il nostro esempio, aiutandoci a far capire ai politici che questa legge è del tutto inutile e va a discapito di ogni buon lettore. Abbandoniamo il pensiero che sia tutto inutile, che il nostro gesto non cambierà nulla. Proviamo invece a convincerci che, se ognuno di noi ci crede, il nostro impegno potrebbe portare al risultato che speriamo. 



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